Il Centro Pompidou presenta dal 26 novembre la prima retrospettiva completa dedicata a Jeff Koons in Europa. Questa mostra senza precedenti ti permette di prendere la misura completa di un'opera che ha segnato il paesaggio artistico e culturale dell'arte contemporanea per trentacinque anni.

  • Gazing Ball (Ariadne), 2013 Foto: Tom Powel Imaging © Jeff Koons

Se Jeff Koons è stato oggetto di numerose mostre, a volte presentando set precisi delle sue opere, a volte sculture specifiche in determinati ambienti storici, nessuna mostra ha raccolto le sue opere in un percorso completo e cronologico, che copre l'intero della sua produzione. Alcune centinaia di sculture e dipinti compongono questa retrospettiva che segue tutte le pietre miliari della carriera dell'artista.

Balloon Dog (Magenta), 1994 - 2000 Acciaio inossidabile lucidato a specchio, vernice trasparente 1 di 5 versioni uniche Collezione Pinault - © Jeff Koons Foto: © Jeff Koons

Balloon Dog (Magenta), 1994-2000
Acciaio inossidabile lucidato a specchio, vernice trasparente 1 di 5 versioni uniche
Collezione Pinault - © Jeff Koons
Foto: © Jeff Koons

Progettata in collaborazione con il Whitney Museum of American Art, che lo ha presentato a New York dal 27 giugno al 19 ottobre 2014, la mostra "Jeff Koons, la retrospettiva" presso il Centro Pompidou invita i visitatori a dare un'occhiata senza pregiudizi sull'opera di uno degli artisti più famosi e controversi del nostro tempo, che Bernard Blistène, direttore del museo nazionale di arte moderna e curatore della mostra parigina, considera "l'ultimo dei pop".

Provenienti da tutti i lati, le opere esposte al Centre Pompidou sono diventate icone del presente: acquari della serie "Equilibrium" (1985), "Rabbit" (1986), "Michael Jackson and Bubbles" (1988) o "Balloon Dog '(1994-2000) ha guadagnato immensa popolarità e ha segnato la cultura visiva contemporanea.

Costruita su una modalità storica e cronologica, la retrospettiva evidenzia i diversi cicli del lavoro dell'artista, dai primi pezzi che si appropriano dell'arte del loro tempo, alle opere attuali dialogando implicitamente con la storia dell'arte classico. Sottolinea la coerenza del lavoro dell'artista e delle sue linee di forza, nonché la diversità e la ricchezza della sua forza creativa.

Scialuppa di salvataggio, 1985 Bronze Edition 3/3 Museum of Contemporary Art Chicago, collezione Gerald S. Elliott, 1995.56.AC © Jeff Koons

Scialuppa di salvataggio, 1985
Bronzo - Edizione 3/3
Museum of Contemporary Art di Chicago, collezione Gerald S. Elliott, 1995.56.AC
©Jeff Koons

Il lavoro di Jeff Koons si è affermato nel corso di varie serie. Da fragili a ridicoli, i primi "Gonfiabili" hanno lasciato il posto ad assemblee che cercavano una sintesi tra Pop art e minimalismo, come quelle della serie "The New".

Con la serie seguente, Koons punta sull'iconografia della cultura di massa, portatrice del sogno americano e delle sue fantasie. Pertanto, la serie "Luxury and Degradation" (1986) duplica le strategie pubblicitarie implementate dai grandi marchi, mentre "Banality" (1988) dà il posto privilegiato alle immagini popolari, mescolando sogni infantili e suggerimenti erotici con diversi "successi" di storia dell'arte. Koons sostiene quindi la realizzazione di artefatti che esaltano il gusto delle classi medie americane, di cui si presenta instancabilmente come portavoce.

Coniglio, acciaio inossidabile 1986 - Edizione 1/3 Museum of Contemporary Art Chicago, dono parziale di Stefan T. Edlis e H. Gael Neeson, 2000.21 © Jeff Koons

Coniglio, 1986
Acciaio inossidabile - Edizione 1/3
Museum of Contemporary Art di Chicago, dono parziale di Stefan
T. Edlis e H. Gael Neeson, 2000.21 - © Jeff Koons

Sovversivo e scandaloso, "Made in Heaven" (1989-1991) confonde il confine tra Koons e il suo personaggio attraverso produzioni decisamente pornografiche, offrendo all'artista e alla sua musa materiale per molteplici rappresentazioni. Koons diventa quindi "l'incantatore in decomposizione" di una società in cui sogno e illusione si confondono in modo confuso, ideali collettivi e violenza. Dopo aver vissuto la monumentalità con "Puppy" (1992) e "Split Rocker" (2000), Koons si confronta con lo spazio pubblico. Con la serie "Celebration" (1994), e in particolare il famoso "Balloon Dog", raggiunse un parossismo tecnico e portò al suo apogeo la trasfigurazione di oggetti banali in forme scultoree compiute, luccicanti e gonfiate.

In effetti, l'idea del gommone percorre tutto il lavoro di Jeff Koons, come evidenziato dalla serie "Popeye" (2003) o "Hulk Elvis" (2007), che l'artista commissionò in acciaio inossidabile come dell'emblematico "Coniglio" che avrà contribuito così tanto alla sua notorietà.

Da “Easyfun” (1999-2003) ad “Antiquity” (2009-2014), Jeff Koons dà il posto d'onore a diventare l'immagine della pittura. Utilizzando il collage, riunisce sulla stessa superficie elementi eterogenei che frammenta e stratifica. Più che mai, viene dato ampio spazio agli stereotipi americani - ampi spazi aperti, cibi industriali in eccesso, supereroi e altri personaggi dei fumetti - stereotipi in cui Koons intreccia riferimenti più personali, che vanno dai graffiti infantili agli standard dell'arte. antico. Un esempio è il suo ultimo “Gazing Balls” (2013) che giustappone ornamenti da giardino con calchi in gesso di capolavori dell'arte classica.

Questa mostra è organizzata dal Whitney Museum of American Art di New York, in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi

informazioni pratiche

26 novembre 2014-27 aprile 2015 dalle 11:00 alle 21:00

Galleria 1 - Centre Pompidou, Parigi

Prezzi: € 13, TR € 10 / Pacchetto che dà accesso a tutte le mostre temporanee e alle collezioni permanenti del museo