Dall'8 novembre al 15 dicembre 2018 si terrà la mostra 'Palpitations & Chuchotements' che presenterà, nel palazzo del 6, Mandel al Trocadéro, una trentina di opere dell'artista aborigena Abie Loy Kemarre e dello scultore Pierre Ribà.

Palpitazioni e sussurri

Abie Loy Kemarre (a sinistra), Pierre Ribà (al centro e a destra) © Photo Bertrand Hugues

Questa mostra è l'iniziativa dei galleristi Stéphane Jacob e Gilles Naudin, entrambi ammirando il lavoro di questi artisti solari.

Abie Loy Kemarre

Abie Loy Kemarre è nata nel 1972 nel cuore del deserto australiano, 275 chilometri a nord est di Alice Springs.

Rappresentato da Arts d'Australia - Stéphane Jacob - www.artsdaustralia.com

Abie Loy Kemarre si ispira alle tradizioni ancestrali degli aborigeni che consistono nel raccontare le leggende legate al loro territorio, in particolare attraverso la pittura. Le sue opere ruotano attorno a quattro temi ricorrenti: Bush Leave (la sua pianta totemica), Bush Hen (il suo animale totemico), Awelye (i dipinti del corpo del suo clan) e Sandhills (le dune che segnano il suo territorio) .

I più piccoli dettagli di queste mitiche epopee le sono stati insegnati sin dalla sua prima infanzia attraverso il canto e la danza per diventare finalmente parte di se stessa. Con lo sguardo fisso, come in trance, Abie Loy fa così emergere lentamente dalla tela forme ritraendo il suo territorio o raffigurando gli elementi che lo compongono.

Tra una veduta aerea del paesaggio e uno spettacolare tuffo nel cuore della vegetazione, la pittura di Abie Loy Kemarre è in perpetuo movimento. Emana un'energia vitale che alterna il magnetismo ipnotico e vibratorio delle sue foglie del cespuglio (Bush Leaves) e la visione serena e catastale del territorio della gallina selvatica (Bush Hen).

L'artista dipinge ancora sul pavimento, seduto a gambe incrociate. I contorni sono disposti delicatamente, senza schizzi preparatori. Magia dell'atto creativo, con un pennello o un semplice bastoncino immerso in un secchio di vernice, prende poi la goccia di colore e la stende, o addirittura "punge" la sua tela con una moltitudine di punte sempre più. conclude, ripetendo instancabilmente questo gesto in un ritmo quasi musicale.

Le sue tele in cui lo sguardo si perde sono molto più che opere astratte, immergono lo spettatore in un mondo onirico dove l'astrazione rasenta il sacro.

Pierre Riba

Pierre Ribà è nato in Ardèche nel 1934. Ha esposto dal 1958.

Rappresentato da Gilles Naudin - Galerie GNG - www.galeriegng.com

Pierre Ribà, questo 'collezionista di scatole di cartone', da parte sua crea sculture, - appoggiate a terra o fissate al muro - a partire da disegni preparatori. Taglia il cartone scanalato con l'ausilio di taglierine, lo assembla, lo incolla, proietta la resina per indurirlo, la materia fragile si solidifica poi in una poesia che stupisce, un silenzio oltre il presente. Per le opere con patina nera Ribà progetta una miscela di polvere di grafite, per le sculture lasciate allo stato grezzo di cera d'api. Infine, per la patina bianca, utilizza una miscela di bianco di titanio e cera liquida.

Le forme completate rivelano in una libera ispirazione dell'arte delle Cicladi, volti, o senza particolare riferimento storico, megaliti e origami. Nato in Ardèche, il suo lavoro molto minerale deve certamente la sua ispirazione ai paesaggi vulcanici e ai rilievi scistosi della sua infanzia.

"Si può sognare, immaginare, con Pierre Ribà tanto la bellezza e il mistero che emerge da queste sculture permette di proiettarsi nell'universo che si sceglie" Jérôme Clément

Se nulla ha predisposto questi due artisti per una mostra di un giorno insieme, le loro opere si affiancheranno per più di un mese alle 6, Mandel. Hanno in comune che traggono la loro forza dalle origini del mondo, il magma fuso che Ribà doma, la vibrazione della terra che Abie dipinge.